Tradito dallo Stato

Abbiamo ricevuto questa riflessione da un nostro lettore che pubblichiamo volentieri a cui risponderemo a breve. Teniamo a precisare che lo scopo del nostro sito è proprio quello di ricordare la storia e soprattutto l'esempio di Ilardo. Il nostro obiettivo è quello di portarlo nelle scuole come esempio di legalità contro ogni forma di omertà che non può che alimentare le mafie di ogni genere, specialmente quelle che popolano i piani alti della nostra società che popolano trasversalmente parti delle nostre istituzioni a cominciare dalla politica, dai legami stretti tra mafia, massoneria, servizi segreti ed una fetta del mondo economico e finanziario. La ringraziamo per l'interesse che ha manifestato per il nostro sito e a presto. Guglielmo Bongiovanni

Le verità nascoste dietro il suo omicidio

Molti attentati che sono stati addebitati esclusivamente a Cosa Nostra sono stati commissionati dallo Stato, e voi lo sapete bene.” Questa frase, pronunciata da Luigi Ilardo davanti al colonnello Mario Mori pochi giorni prima di essere ucciso, pesa come un macigno nella storia dei misteri italiani.

Molto sono i documenti, le sentenze, le testimonianze le audizioni, specie quella di Luana Ilardo, figlia dell’ex uomo d’onore, che ci portano a concludere che dietro quel delitto ci sta qualcosa che va oltre la mafia.

Siamo di fronte ad un uomo che era pronto a far crollare Cosa Nostra.
Siamo di fronte ad un delitto un che forse qualcuno avrebbe potuto evitare
Siamo di fronte ad un personaggio che ci avrebbe potuto far catturare Bernardo Provenzano il 31 ottobre del 2005, undici anni prima dal suo arresto. Tanto che ci viene da pensare che la mancata cattura di Bernardo Provenzano rientrasse dietro ad una strategia ben curata dall’alto.

Ho letto e riletto molte molte, ad esempio, l’audizione parlamentare di Luana Ilardo che ha ricostruito con precisione e documenti alla mano gli ultimi mesi di vita del padre.

Luigi Ilardo, mafioso vicino ai vertici di Cosa Nostra, aveva deciso di collaborare con lo Stato sotto la guida del colonnello Michele Riccio, ufficiale del ROS. Il suo contributo fu decisivo per smantellare le cosche di Caltanissetta e per individuare il covo di Bernardo Provenzano, boss dei boss.

“Mio padre si era fidato dello Stato. Lo Stato lo ha sacrificato.”

Ha dichiarato senza mezzi termini Luana Ilardo, dinanzi ai commissari e membri della commissione parlamentare antimafia 

Il 31 ottobre 1995 Ilardo fu condotto a un incontro segreto con Provenzano. Le forze speciali dei ROS, invece di intervenire per arrestare il latitante, si limitarono a scattare 29 foto da lontano. Un errore inspiegabile, se non fosse che il covo del boss venne lasciato intatto per ben 11 anni

Le parole che decretarono la condanna a morte di Luigi Ilardo

Il 2 maggio 1996, Luigi Ilardo fu convocato a Roma per formalizzare la sua collaborazione con la giustizia. Fu lì che, davanti al colonnello Mori, pronunciò parole che oggi assumono un significato inquietante:

“Molti attentati che sono stati addebitati esclusivamente a Cosa Nostra sono stati commissionati da voi, e voi lo sapete bene.”

Dopo quella frase, Mori si allontanò senza rispondere. Quello stesso giorno, nessun verbale ufficiale fu redatto dell’incontro tra Ilardo e i magistrati. Nessuna firma su un documento che potesse garantire la sua protezione.

Il 10 maggio 1996 Luigi Ilardo venne assassinato a Catania, sotto casa.​

Il rapporto segreto insabbiato: “Grande Oriente”

Dopo l’omicidio, il colonnello Riccio redasse il rapporto “Grande Oriente”, in cui denunciava il coinvolgimento di pezzi dello Stato nel depistaggio delle indagini antimafia. Quel dossier fu ignorato e lo stesso Riccio, invece di essere protetto, venne arrestato e screditato con accuse che poi si dimostrarono infondate​.

Perché il dossier fu ignorato?
Perché Ilardo non fu protetto, pur avendo rivelato i segreti della Cupola?
Chi aveva interesse a farlo tacere per sempre?

Questi sono gli interrogativi che spero il vostro spazio web deve cercare di portare all’attenzione del grande pubblico fornendo delle risposte senza “paura”.

La richiesta di verità e giustizia

“Lo Stato ha un debito con Luigi Ilardo e con i suoi figli. Noi meritiamo verità e giustizia.”

Luana Ilardo, davanti alla Commissione Antimafia, ha lanciato un appello accorato: il nome di suo padre non deve finire nell’oblio, né il suo sacrificio deve restare impunito.

Allora cominciamo a chiederci e ad approfindire la vicenda relativa alla mancata cattura di Provenzano

Vi chiediamo di approfondire sulle manovre dei vertici dei ROS e sulla complicità silenziosa di alcuni settori dello Stato.

Chi vuole davvero fare luce sulla morte di Luigi Ilardo?

Voi insieme ai suoi collaboratori volete spingermi fin dove solo0 in pochi hanno avuto il coraggio di “gridare” ai quattro venti.

Buon lavoro Guglielmo Bongiovanni vi seguo con interesse

R.C.

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