“Un sistema quando non può gestire una variabile, la elimina “
Riportiamo integralmente un ricordo della figlia di Luigi Ilardo, Luana Ilardo su suo padre che delinea uno scenario inquietante.
Crediamo che solo un titolo possa rispecchiare la realtà di questa tragica storia:
UN DELITTO DI STATO
Non suggestioni ma fatti confermati dal colonnello Michele Riccio nella breve registrazione che vi abbiamo postato sotto grazie all’impegno di Luana Ilardo che mette a disposizione video, interviste e registrazioni che ci aiutano a capire cosa veramente successe quella sera del 10 maggio del 1996 in via Quintinio Sella

Io più ascolto e più divento matta
Io mi chiedo come possa mai capacitarmi di uno schifo del genere di fronte ad una scelta di dissociazione che doveva essere solo funzionale a mio padre per cambiare vita e allo Stato per dare una stangata nei confronti della mafia di dimensioni epocali.
Una collaborazione “ANOMALA” che rende un confidente INFILTRATO affinché quella posizione possa essere realmente efficace nel disvelare dall’interno stesso tutti i soggetti e le dinamiche che governavano i più alti ranghi di Cosa Nostra.
Acquisita quella posizione, con accordi e vertici di uomini delle Forze dell’ Ordine, vista l’iniziale segretezza, altre forze di Polizia che “sorvegliano” mio padre paventano un arresto nei suoi confronti vista la sua continuata condotta criminale.
I generali dei Ros cosa fanno anziché valutare al momento di un eventuale arresto una mediazione con la Dia spiegandogli e DOCUMENTANDOGLI (sopratutto) che mio padre continuava a svolgere e a scalare i vertici di Cosa Nostra nel ruolo del potente mafioso per arrivare agli incontri con Provenzano che in altro modo non sarebbero mai potuti avvenire ????
Ricordo che l’Italia dubitava ancora l’esistenza di Provenzano, mio padre fu il primo a consegnare i “pizzini” darne conferma della sua vita e addirittura portarglieli a casa!
Dicono al Col.Riccio di consigliare a mio padre di DARSI ALLA LATITANZA!!!!!!
Così magari sto giro gli buttavano per sempre la chiave o magari veniva suicidato come Gioe’ o il Chisena in galera stesso !!!!!
Uomini di legge, uomini di Stato, che consigliano con insistenza ad un povero illuso (mio padre) di commettere ulteriori reati
Tanto la galera e le porcate subite là dentro avrebbe continuato a sopportarle ancora lui !!!
Io mi chiedo non solo da figlia, ma anche da cittadina, come potrò mai rassegnarmi ad un sistema di questo
Mi chiedo come potrò mai accettare che centinaia di uomini siano stati “gestiti” per non dire USATI, BUTTATI E FATTI FUORI così…
Io mi chiedo quante altre lacrime e disperazione avremmo potuto subire io, mia sorella e quegli angeli appena nati dei miei fratelli con una probabile detenzione eterna semmai avesse ascoltato quei deplorevoli “consigli”.
Egoisticamente parlando con la sua morte, non è andata meglio perché forse anche per un ora ogni 15 giorni almeno lo avremmo continuato a poter vedere,toccare,respirare….
ma le ulteriori TORTURE,
perché questo ha anche subito, sarebbero state fatte solo al suo fisico, alla sua mente, alla sua anima mentre questi “signori” dalle loro scrivanie avrebbero continuato a fare letteralmente pietà nelle loro trame di accordi e tradimenti tra lo Stato e la mafia.
Oggi più di ieri, dico;
1000 volte meglio che sia morto piuttosto di saperlo ancora lì dentro a subire cose che solo chi ha conosciuto certi regimi carcerari comprende a cosa io mi possa riferire.
Arriverà il giorno che ogni sassolino dalla mia scarpa sarà levato.
Arriverà il giorno che qualsiasi cosa sarà debitamente denunciata, sputtanata, raccontata.
E se vi vengono idee strane non pensate che anche lì, io già non mi sia coperta le spalle…
Sono degna figlia di padre, che reduce di quello che è stato fatto a lui sa bene i rischi che incorre.
Lo ripeto e lo sottoscrivo;
“Un sistema quando non può gestire una variabile, la elimina “
Luana Ilardo