“Misteri, infiltrati e omissioni: i lati oscuri delle stragi”
….Oggi 23 maggio 2025 ricorre il trentareesimo anno della strage di Capaci dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Abbiamo deciso di ricordare così Giovanni Falcone continuando a raccontare la denuncia fatta, alcuni giorni addietro, dal senatore Roberto Scarpinato: un atto d’accusa preciso, documentato, durissimo contro chi, oggi, tenta di cancellare trent’anni di indagini, sangue e giustizia.
Sotto abbiamo ancora una volta postato il video dell’intervento dell’ex procuratore generale di Palermo
Personaggi esterni, depistaggi, rimozioni
«Chi è che ha cancellato i file dell’agenda elettronica di Falcone?»
«Chi era l’uomo che Gaspare Spatuzza… ha detto di avere visto come soggetto esterno che ha presenziato al momento essenziale di caricamento dell’esplosivo sulla Fiat 126 che poi è stata fatta esplodere. Chi era? Non lo sappiamo.»
Anche sul fronte dei collaboratori, il clima di intimidazione era evidente.
«Santo Di Matteo… ha iniziato a collaborare… Di Matteo, dopo aver rivelato quello che aveva fatto nella strage di Capaci, alla fine dell’interrogatorio ha detto: ‘Sono stanco, vi dirò poi quello che so sulla strage di via D’Amelio’. Subito dopo hanno sequestrato suo figlio Giuseppe… Franca Castellese (la moglie del pentito ndr) parlando al telefono con il marito gli diceva: ‘Tu hai capito perché hanno rapito Giuseppe? Abbiamo un altro figlio. Non parlare mai ai magistrati degli infiltrati della polizia nella strage di via D’Amelio.’»
Bellini, servizi, appalti: il grande buco nero
«Come si spiega che un personaggio come Paolo Bellini… nel 1991 e 1992, nel momento clou delle stragi viene 30 volte in Sicilia, parla con Antonino Gioè… gli suggerisce di mettere le bombe sui monumenti artistici nazionali del 1993?»
«E come si spiega che il generale Mori, informato dal maresciallo Tempesta — questo è testuale — di tutto questo non ha avvisato nessuno e addirittura ha distrutto un corpo di reato?»
L’arma di distrazione di massa
«Bisogna mettere la sordina a tutti quei temi scottanti….devono uscire fuori dalla memoria. Dobbiamo parlare d’altro perché se ci occupiamo di quei temi non possiamo raccontare che le stragi sono state fatte soltanto dai brutti, sporchi e cattivi e magari in complicità con il magistrato antimafia. Quindi creiamo un’arma di distrazione di massa.»
«Lei (Scarpinato si riferisca al presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo) aveva preso una decisione assolutamente assurda: non ci dobbiamo occupare delle stragi di Firenze, non ci dobbiamo occupare delle stragi di Milano, non ci dobbiamo occupare della strage di Capaci. Ci dobbiamo occupare solo della strage di via D’Amelio. Solo di una pista: la pista mafia-appalti.»
Testimoni ignorati, domande bloccate
«Non ci hanno nominato uno solo dei consulenti che avevamo chiesto per aiutarci. Il dottore Donadio della Procura Nazionale Antimafia… Non ce l’hanno voluto nominare. Non hanno voluto nominare l’ispettore Bonfirraro…»
«Il deputato Provenzano aveva fatto una domanda assolutamente connessa… “Mori, lei come le spiega le stragi del ’93?”… La Colosimo interviene, placca Provenzano, impedisce che vengano poste domande a Mori… E Mori si sente tutelato e osa rispondere: “Io non rispondo a questa domanda.”»