Per non dimenticare

"Pio La Torre, l’uomo che aveva visto tutto"

Quarantatré anni fa, il 30 aprile 1982, in una Palermo ferita e in silenzio, due uomini venivano uccisi in pieno giorno. Uno era Rosario Di Salvo, il suo fedele compagno. L’altro era Pio La Torre: dirigente comunista, uomo dello Stato, visionario ostinato, nemico giurato di Cosa nostra.

La Torre non si è mai limitato a denunciare la mafia: l’ha chiamata per nome quando troppi voltavano lo sguardo altrove, l’ha smascherata per quello che era — un potere economico, politico e militare — e ne ha tracciato le rotte nei palazzi, negli appalti, nei compromessi. È stato il primo a dire, con chiarezza e coraggio, che la mafia non era solo un fenomeno criminale, ma un sistema che si reggeva sulle connivenze di pezzi dello Stato.

E mentre denunciava tutto questo, costruiva un’alternativa: una Sicilia senza padroni, senza basi militari, senza paura. Nell’81, tornato nella sua terra, guidò una mobilitazione imponente contro la base missilistica NATO di Comiso, che avrebbe trasformato l’isola in un bersaglio strategico. Portò decine di migliaia di persone in piazza, a dimostrare che la Sicilia poteva alzare la testa, e che la pace non era un’utopia.

La Torre è anche il padre di una legge che oggi diamo per scontata: l’articolo 416 bis, che introduce il reato di associazione mafiosa. Prima di lui — sembra assurdo dirlo — la mafia “non esisteva” neppure nel codice penale.

Fu ucciso perché aveva visto troppo, capito troppo, e deciso di non tacere. Ma non era solo: accanto a lui, fino all’ultimo respiro, c’era Rosario Di Salvo. Anche lui sapeva. Anche lui scelse da che parte stare.

Oggi, mentre assistiamo ancora a silenzi, reticenze, trattative e mezze verità, il loro sacrificio ci chiama a una scelta netta. Non basta ricordare. Bisogna continuare a lottare.

Oggi alle ore 17:00, presso la sede di Our Voice (via Villaermosa 29, Palermo), proiezione e dibattito sul documentario
“Pio La Torre, l’uomo che sapeva troppo”

Un evento promosso da Attivamente, Ass. Our Voice, Sindacato Regina Margherita e Collettivo Rutelli.

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