“Mondello, ombre di mafia sulla spiaggia: parenti del boss Genova tra i dipendenti Italo Belga”

“Il litorale dei clan: i Genova dentro la società che gestisce Mondello”

Fratello, figli e nipoti del boss mafioso Salvatore Genova, detto “vanchitieddu”, lavorano all’interno della società Italo Belga, la storica concessionaria che da oltre un secolo gestisce un lungo tratto del litorale di Mondello. A confermarlo, in un articolo apparso sul quotidiano “Il Fatto quotidiano” è l’amministratore delegato Antonio Gristina: “In società lavora Rosario Genova, la sorella Rosa Genova e anche il padre, Mimmo Genova, che ho appurato essere il fratello di Salvatore. Sono tutti dipendenti a tempo indeterminato”.

Un fatto che riporta sotto i riflettori il peso del mandamento mafioso di Resuttana-San Lorenzo, di cui Mondello è parte integrante e che per decenni è stato nelle mani di famiglie storiche di Cosa nostra.

Le precisazioni dell’amministratore

Gristina respinge l’ipotesi di infiltrazioni: “Se avessi il minimo sospetto che ci fosse una condizione di favore o infiltrazione sarei il primo a intervenire all’istante. Ci tengo a precisare che si tratta di persone incensurate, già presenti quando mi sono insediato, e che non hanno mai mostrato motivi ostativi. Non ho mai visto in vita mia il signor Salvatore Genova, né la società ha avuto mai a che fare con lui”.

Resta però il nodo etico e di opportunità: dipendenti legati a un cognome che, nella storia di Cosa nostra palermitana, è tra i più pesanti.

Viene da chiedersi è possibile che la Regione non si sia mai accorta di nulla? E’ possibile che il comune di Palermo non sappia della presenza di questi nomi all’interno della società Italo-Belga?

Il cognome che pesa: i Genova

Quello di Genova è un cognome pesante nell’ambito di Cosa Nostra palermitana. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, fino al suo arresto del 16 gennaio 2008, Salvatore Genova è stato reggente del mandamento di Resuttana-San Lorenzo, legato ai Madonia e ai Lo Piccolo. Dopo il 41 bis e la scarcerazione del 2019, “vanchitieddu” è tornato a gestire gli affari della famiglia fino al nuovo arresto nel luglio 2023. A novembre 2024 è stato condannato in abbreviato a 18 anni.

Sempre a Mondello, lo stabilimento Charleston è stato gestito da Bartolo Genova, figlio di Mimmo Genova, oggi assunto nella società Italo Belga, e nipote del boss Salvatore. Bartolo, a quanto si legge dalle cronache era diventato reggente del clan dopo l’arresto dello zio nel 2008.

L'on Ismaele La Vardera che si è reso protagonista della denucia di presunte infiltrazioni mafiose a Mondello

La denuncia di La Vardera

La presenza dei Genova nello stabilimento balneare è stata segnalata dal deputato regionale Ismaele La Vardera, durante un blitz sulle spiagge siciliane. A Mondello si è trovato davanti Rosario Genova, che lo ha invitato a lasciare la spiaggia e discutere in amministrazione.

Dure le parole rilasciata al Fatto dal deputato La Verdera:

“Mai avrei pensato che in quella spiaggia potessero esserci parenti di una nota famiglia mafiosa – dichiara La Vardera –. Ho denunciato tutto alla Guardia di Finanza e chiesto al presidente della Regione di revocare la concessione. È una questione etica e morale: quello è suolo della Regione”. 

Dipendenti e inchieste

Nell’organico Italo Belga figura anche Raffaele Bocchini, incensurato, assunto a tempo determinato come operaio di sesto livello. Il suo nome compare però nelle carte giudiziarie: nel 2020 la Mobile lo documentò come autista di Salvatore Genova che accompagnò quest’ultimo in un incontro riservato con Salvatore Castiglione, altro affiliato del clan.

Si accertò che “sia Genova che Bocchini avessero spento i telefonini per poi riattivarli a fine incontro”.

Gristina nega qualsiasi coinvolgimento con Bartolo Genova: “Per me non esiste, dopo i suoi trascorsi giudiziari un piede in questa azienda non lo mette”.

Mondello, terra di mafia

Il caso Italo Belga è l’ennesima conferma del peso storico che il mandamento di Resuttana-San Lorenzo ha avuto su Mondello. Non solo mare e turismo: la borgata balneare è stata per decenni terreno di estorsioni, riciclaggio e affari sotto l’ombrellone.

I Madonia, i Lo Piccolo e i Genova hanno fatto di questo lembo di costa un crocevia di potere e controllo sociale. Stabilimenti, concessioni, attività turistiche: tutto poteva diventare fonte di guadagno per Cosa nostra.

Oggi la presenza di parenti diretti dei boss come dipendenti in una società che opera su suolo pubblico solleva un interrogativo che va oltre la legalità formale: fino a che punto è possibile distinguere la continuità familiare dal rischio di condizionamenti mafiosi?

E perchè la Regione Sicilia tace?

La vicenda di Mondello, dunque, non si esaurisce con l’attualità giudiziaria e politica. Nei prossimi approfondimenti ricostruiremo la storia del mandamento di Mondello-Resuttana, il ruolo delle famiglie che lo hanno dominato e le dinamiche che lo hanno reso uno snodo cruciale di Cosa nostra palermitana.

Guglielmo Bongiovanni