Gli arresti che fecero tremare Cosa Nostra

Gli arresti che fecero tremare Cosa Nostra

Luigi Ilardo e la sua eredità: gli arresti che fecero tremare Cosa Nostra

Nella lotta alla mafia poche figure sono state tanto decisive quanto Luigi Ilardo. Da infiltrato dentro Cosa Nostra, fornì alla DIA informazioni che portarono all’arresto di importanti boss e affiliati. Un’operazione silenziosa ma devastante, che anticipò il suo tragico destino. Ecco come il suo contributo ha scosso le fondamenta della criminalità organizzata.

Prima di addentrarci più a fondo nei misteri che circondano la sua morte vediamo chi era veramente Luigi Ilardo e il contributo che diede alla giustizia italiana nella lotta contro Cosa Nostra

Luigi Ilardo non era un semplice collaboratore di giustizia. Era un infiltrato, un uomo d’onore che, in segreto, lavorava per lo Stato sotto la direzione del colonnello Michele Riccio. Ilardo ottenne la fiducia di boss influenti, assistette a summit strategici, e soprattutto riuscì a ottenere informazioni che portarono a una serie di arresti fondamentali per la lotta alla mafia.

Ma il prezzo che pagò per la sua collaborazione fu altissimo. Il 10 maggio 1996, pochi giorni prima di firmare il verbale di collaborazione con la magistratura, venne assassinato. La sua uccisione è considerata da molti il frutto di una fuga di notizie proveniente da settori deviati delle istituzioni, che lo condannarono a morte prima che potesse parlare ufficialmente.

Questo è il primo dato che il lettore deve tenere in mente e sul quale torneremo più volte raccontando questa tragica vicenda.

Gli arresti che segnarono la fine di intere cosche mafiose

1. Domenico Vaccaro e Lucio Tusa: il colpo al clan di Campofranco

Grazie alle informazioni di Ilardo, la DIA riuscì a localizzare e arrestare Domenico Vaccaro, rappresentante provinciale della famiglia mafiosa di Campofranco, e Lucio Tusa, nipote del potente boss Piddu Madonia e cugino dello stesso Ilardo. L’operazione avvenne con precisione chirurgica e privò la cosca di due pedine fondamentali per il traffico di droga e il controllo del territori [1]

2. Vincenzo Aiello: il mafioso catanese tradito da un insider

Vincenzo Aiello, uno dei più influenti mafiosi di Catania, venne individuato e arrestato grazie alle indicazioni di Ilardo. Aiello era un uomo di fiducia di Nitto Santapaola e il suo arresto scatenò una crisi all’interno del clan, minandone la stabilità [2]

3. Eugenio Galea: un altro pezzo del puzzle catanese

Eugenio Galea, anch’egli affiliato alla famiglia mafiosa di Catania, venne arrestato nello stesso periodo di Aiello. L’obiettivo era quello di decapitare la leadership del clan e interromperne il flusso di denaro proveniente dal racket e dal narcotraffico [3]

4. Santo Sfameni: la lunga mano della mafia messinese

L’arresto di Santo Sfameni rappresentò un altro successo ottenuto grazie alla collaborazione di Ilardo. Sfameni era responsabile di Cosa Nostra di Messina, coinvolto nei traffici illeciti tra la Sicilia e la Calabria. Aveva esteso il suo potere criminale sulla città dello stratto condizionandone ogni attività[4]

5. Ninì Vaccaro: la cattura nella campagna di San Cataldo

Le informazioni fornite da Ilardo permisero di arrestare Ninì Vaccaro in una zona isolata nelle campagne di San Cataldo. Anche questo arresto contribuì a indebolire le famiglie mafiose della provincia di Caltanissetta [5]

6. Giuseppe Nicotra

Il 17 novembre del 1994, grazie ad Ilardo viene assicurato alla giustizia il latitante Giuseppe Nicotra con i suoi complici. Altro duro colpo inferto alla mafia. Nell’operazione vennero sequestrate numerose armi[6]

6. Salvatore Fragapane

Il 25 maggio del 1995 è la volta di Salvatore Fragapane, rapprsentante provinciale della famiglia mafiosa di Agrigento. Con lui vengono arrestati anche i componenti della famiglia Piazza suoi favoreggiatori. In particolare Vincenzo Piazza che risultò essere il capo di Cosa Nostra di Castel Termini e i figli Massimiliano e Salvatore erano i “pastori” che proteggevano la latitanza del Fragapane

Queste sono solo alcune operazione che grazie ad Ilardo il colonnello Riccio riuscì a portare a termine. In seguito daremo maggiore spazio alla rete di favoreggiatori che Ilardo svelò al colonnello veneto poi riversate nel Rapporto “Grande Oriente” da cui prese avvio, a Gela, un procsso che portò alla condanna di numerosi mafiosi della famiglia dei Madonia[7]

Ilardo e i grandi attentati: le rivelazioni sugli attacchi a Milano, Firenze e Roma

Uno degli elementi più inquietanti della collaborazione di Ilardo riguardava le stragi mafiose che sconvolsero l’Italia nei primi anni ’90. Grazie a lui, la DIA riuscì a individuare Domenico Farinella, il terzo mandante degli attentati dinamitardi a Milano, Firenze e Roma. L’arresto di Farinella gettò nuova luce sul coinvolgimento della mafia nelle strategie di destabilizzazione del Paese[8]

L’arresto dell’imprenditore mafioso Michelangelo Alfano

Tra gli arrestati grazie a Ilardo, figura anche Michelangelo Alfano, imprenditore colluso con Cosa Nostra e in contatto con ambienti deviati della politica e delle istituzioni. Alfano faceva parte di quel gruppo di “colletti bianchi” che garantiva alla mafia un appoggio finanziario e logistico essenziale per le sue operazioni illecite [9]

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Ilardo, un infiltrato sacrificato: il valore delle sue informazioni

Se Ilardo non fosse stato assassinato, le sue dichiarazioni avrebbero potuto infliggere danni ancora più devastanti a Cosa Nostra. Aveva già dimostrato che un insider poteva smantellare intere strutture criminali. Gli arresti effettuati grazie a lui furono solo un assaggio di ciò che avrebbe potuto rivelare.

Ilardo aveva iniziato a svelare il lato più oscuro della mafia: le sue connessioni con la politica, i Servizi Segreti deviati e la massoneria. Aveva denunciato come esponenti dello Stato avessero giocato un doppio ruolo, proteggendo boss mafiosi mentre ufficialmente li combattevano. 

Prima che potesse raccontare tutto ai magistrati, venne ucciso.

Su questo filone appena raccontato schematicamente vuole muoversi questo spazio web in memoria di Luigi Ilardo per non dimenticare!

Un’eredità di sangue e di coraggio

Gli arresti ottenuti grazie a Luigi Ilardo sono la testimonianza di quanto la sua infiltrazione abbia inciso sulla lotta alla mafia.

Ancora oggi, a nostro modesto parere, molte delle sue rivelazioni restano parzialmente inascoltate e le connivenze tra mafia e istituzioni deviate continuano a essere un tabù. Ma ogni nome che Ilardo ha consegnato alla giustizia è un tassello della sua eredità.

Per questo la sua storia non deve essere dimenticata: per ricordare che ci sono uomini che, nonostante tutto, scelgono di stare dalla parte giusta. Anche quando sanno che il prezzo da pagare potrebbe essere la loro stessa vita.

[1]Ros, Roma 30 luglio 1996, documento declassificato il 17 gennaio del 2018;

[2] idem;

[3] idem;

[4] idem;

[5] idem;

[6] idem;

[7] idem;

[8] idem;

[9] idem;

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