La Sardegna ricorda Luigi Ilardo

Luigi Ilardo, 29 anni dopo: il silenzio che brucia ancora

“Ucciso perché voleva cambiare le cose. Tradito da chi avrebbe dovuto proteggerlo.”

Un sacrificio che pesa come il piombo

C’è un silenzio che pesa più del piombo, ed è il silenzio di uno Stato che ha tradito chi ha scelto di servirlo fino in fondo. Luigi Ilardo è stato ucciso il 10 maggio 1996 a Catania, sotto casa sua, pochi giorni prima che diventasse ufficialmente collaboratore di giustizia. Voleva raccontare tutto: i rapporti tra mafia, politica, massoneria e apparati deviati dello Stato. Lo fece, per quanto gli fu possibile, da infiltrato. Ma il prezzo fu la sua vita.

Una commemorazione che resiste al tempo

A ventinove anni da quel delitto, il suo nome resta inciso nella pietra viva della verità negata. Non c’è lapide ufficiale che basti. Non ci sono onorificenze postume. Ma c’è una comunità che non dimentica. Quest’anno, il 10 maggio 2025, la commemorazione si terrà in Sardegna, nel paese di Sarule, presso il Polo Don Piu. Un luogo simbolico, isola tra le isole, dove la memoria è roccia e resistenza.

Il programma della giornata

Il pomeriggio inizierà alle 16:45 con l’accoglienza e i saluti istituzionali. Subito dopo, alle 17:00, si entrerà nel vivo con un’introduzione dedicata al tema della Trattativa Stato-Mafia, a cura del giornalista Stefano Baudino, autore di importanti inchieste sul tema. Un nodo oscuro della nostra storia recente, che Luigi Ilardo aveva scelto di denunciare, pagando con la vita il coraggio della verità.

Alle 17:30 prenderà la parola Luana Ilardo, figlia di Luigi, che racconterà pubblicamente la storia di suo padre: la doppia vita da infiltrato nelle mafie, la speranza di un futuro diverso, e l’impegno civile che oggi porta avanti nel suo nome. La sua testimonianza sarà il cuore pulsante dell’evento, la voce viva di chi non si è mai arreso al silenzio.

Alle 18:00 si affronterà un tema cruciale e drammatico: La giustizia di fronte ai patti indicibili. A intervenire sarà Antonio Ingroia, ex magistrato e pubblico ministero del processo sulla Trattativa. Le sue parole saranno un confronto diretto con le zone grigie del potere e con le responsabilità di uno Stato che troppo spesso ha scelto il compromesso invece della giustizia.

Seguirà, alle 18:30, un dibattito aperto con il pubblico, spazio necessario per domande, riflessioni e scambi diretti con gli ospiti. L’incontro si chiuderà alle 18:45 con i ringraziamenti e le conclusioni ufficiali. Saranno presenti anche la dottoressa Alessandra Nigro, prefetta di Nuoro, e la viceprefetta di Catania Rosaria Maria Giuffrè, a testimonianza di una presenza istituzionale finalmente attenta.

L’uomo che sfidò Cosa nostra e lo Stato

Luigi Ilardo era un mafioso. Questo è il punto di partenza. Ma fu anche, e soprattutto, un uomo che decise di cambiare rotta, di sfidare Cosa nostra dal suo interno, di fidarsi di uno Stato che gli aveva teso la mano attraverso il colonnello Michele Riccio.

Era l’anello di congiunzione tra Bernardo Provenzano e l’organizzazione mafiosa di Catania. Era l’uomo giusto al posto giusto, disposto a tutto pur di far arrestare “il fantasma di Corleone”. E invece quel fantasma restò libero ancora per undici lunghi anni.

Il tradimento delle istituzioni

A tradirlo non fu la mafia, ma chi avrebbe dovuto proteggerlo.
Il suo nome e la sua collaborazione furono bruciati da mani interne alle istituzioni. I colloqui riservati con il colonnello Riccio, la rivelazione dell’incontro con Provenzano, l’impegno a testimoniare sulla trattativa tra Stato e mafia: tutto questo fu vanificato, forse deliberatamente.

Il nostro impegno: raccontare, ogni giorno

La Sardegna lo ricorderà, e noi con lei. Con le parole, con i documenti, con le voci di chi non ha mai smesso di chiedere giustizia. Perché Luigi Ilardo non è solo un caduto. È una ferita aperta. È la prova che si può scegliere di cambiare, e che per questo si può morire. Ma è anche la speranza che, un giorno, il suo sacrificio sarà davvero riconosciuto per quello che è: un atto di eroismo civile nel cuore oscuro della Repubblica.

Luigi Ilardo vive nella memoria di chi non dimentica. E noi non dimentichiamo.

Il sito www.luigiilardo.it seguirà l’evento, offrendo approfondimenti, aggiornamenti e testimonianze dirette dalla giornata del 10 maggio. Sarà un modo per restare uniti nella memoria, e per continuare insieme la battaglia per la verità.