“I peggiori non sparano: sono quelli che voltano le spalle”

Chi sono davvero i peggiori?

Editoriale ispirato alla lettera di Saveria Antiochia

“Un giorno capirete che i peggiori non siamo stati noi.”

Lo disse Ninetta Bagarella, moglie del boss Totò Riina, in un’intervista scioccante.
Una frase inaccettabile, eppure oggi — rileggendola nella luce della nostra storia recente —
ci costringe a porci una domanda amara:

Chi sono davvero i peggiori?

📍 Chi sono i veri colpevoli

I peggiori forse non sono quelli che sparano, ma quelli che tacciono, che fingono, che usano la legalità solo come paravento per nascondere l’opportunismo e la convenienza.

I peggiori sono:

  • quelli che indossano la maschera dell’onestà,
    ma firmano appalti con i mafiosi;

  • quelli che fanno carriera sulla pelle dei morti degli altri, senza aver rischiato mai nulla e il caso Ilardo ci ha insegnato tanto sui tradimenti di Stato

  • quelli che usano le parole di Falcone e Borsellino come slogan da campagna elettorale;

  • quelli che dicono “la mafia è sconfitta”, mentre il potere mafioso si è solo spostato in giacca e cravatta;

  • quelli che fanno finta di non sapere, pur sapendo benissimo;

  • quelli che vivono nel grigio, dove tutto è compromesso e niente è mai chiaro.

🔊 La voce che non possiamo ignorare

Nel 1985, Saveria Antiochia, madre del giovane agente di polizia Roberto Antiochia, assassinato a Palermo a soli 23 anni mentre proteggeva il commissario Ninni Cassarà, scrisse una lettera aperta al Ministro degli Interni.

Non fu una lettera di cordoglio.
Fu una denuncia civile durissima, una voce accorata, lucida e coraggiosa, che ancora oggi brucia come un colpo di verità.

“Io non ce la faccio più a dormire.
Me lo impedisce il mio dolore…
e una rabbia che non è solo mia.”

Quelle parole non sono invecchiate.
Sono rimaste lì, incise nel marmo della memoria,
a ricordarci che lo Stato, troppe volte, ha tradito i suoi figli migliori.

⚖️ Uno Stato che tradisce i suoi figli migliori

Roberto Antiochia era tornato a Palermo volontariamente, pur sapendo quanto fosse rischioso.
Aveva ottenuto il trasferimento a Roma per stare vicino alla famiglia, ma scelse di tornare perché sapeva che il commissario Cassarà era rimasto solo.

Scelse di restare accanto a lui, sapendo che nessuno lo proteggeva.
Lo Stato non gli diede nulla:

  • nessuna camionetta sotto casa,

  • nessun agente di guardia,

  • nessun rinforzo alla Squadra Mobile.

È morto così, a 23 anni, crivellato da una raffica di mitra.
Per amore del dovere. Per un senso profondo della giustizia.

E oggi?

È cambiato qualcosa?
O continuiamo a vedere:

  • investigatori isolati,

  • magistrati delegittimati,

  • testimoni dimenticati,

  • processi sabotati,

  • e collusi premiati?

Ci siamo abituati a tutto:
alla retorica della legalità, alle giornate della memoria, ai minuti di silenzio.
Ma ciò che manca è lo Stato presente, affidabile, coerente.

🧭 E voi, giovani?

Le parole di Saveria Antiochia non erano solo un grido di dolore.
Erano — e restano — un testamento morale.

Un monito che oggi, più che mai, va rilanciato nelle scuole, nei social, nelle piazze.
Perché la memoria non è nostalgia.
La memoria è una scelta.
Una scelta quotidiana.

“Giovani, leggetela.
Un giorno dovrete decidere
da che parte stare.”

Non ci si schiera per caso.
Non si diventa cittadini attivi per abitudine.
Si sceglie. Si lotta. Si paga un prezzo.

E allora oggi è il vostro giorno.
Quello in cui potete scegliere se stare con chi ha combattuto a testa alta, o con chi ancora oggi volta la faccia e stringe mani sporche.

🛑 Chi sono davvero i peggiori

Se davvero vogliamo cambiare questo Paese,
dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la verità.

I peggiori non sono sempre quelli che impugnano un’arma.
Spesso sono quelli che:

  • fingono di non sapere;

  • parlano di legalità mentre fanno affari con i corrotti;

  • usano le parole dei giusti per sedersi nei salotti del potere;

  • stanno zitti per convenienza, o per paura.

E allora sì:
forse i peggiori sono quelli che restano al sicuro,
mentre gli altri muoiono per tutti.

Se vuoi essere diverso, agisci. Ora.

Condividi questo editoriale.
Parlane. Portalo nelle scuole.
Fanne uno strumento di verità.

📖 Leggi anche la lettera integrale di Saveria Antiochia

🕯️ Per Roberto. Per Saveria. Per chi non ha più voce.

  • Categoria dell'articolo:Testimonianze