Giuffrè: La soffiata dal tribunale di Caltanissetta

Che Luigi Ilardo era un punto di riferimento di Bernardo Provenzano non vi è nessun dubbio. A dircelo sarà l’ex boss del capo mandamento di Caccamo, Antonino Giuffrè, che seppur non aveva conosciuto personalmente l’Ilardo sapeva che lo stesso

era stato il punto di riferimento dello zio Binnu nella provincia di Catania ed era solito incontrarsi con il capo di Cosa Nostra nella zona di Mezzojuso.

Altro dato certo che necessariamente bisogna tenere in mente e che Ilardo incontrò Bernardo Provenzano a Mezzojuso, come, del resto, confermerà lo stesso Giuffrè, boss che era stato molto vicino al capo di Cosa Nostra fino al giorno del suo arresto avvenuto il 2 aprile del 2002 e con il quale si incontrava periodicamente

Dallo stesso Provenzano aveva appreso di un incontro tra lui e l’Ilardo nel 1994 o nel 1995

Dato confermato con certezza poichè, com’è a tuti noto, Ilardo incontrò Provenzano, a Mezzojuso, il 31 ottobre del 1995.

Giuffrè, in merito alla vicenda Ilardo racconterà al pm Pasquale Pacifico e Rocco Liguori, titolari dell’inchiesta sui mandanti occulti dell’omicidio che Bernardo Provenzano sarebbe stato informato, sul ruolo di confidente svolto da Luigi Ilardo, direttamente dall’ambiente giudiziario del tribunale nisseno.

E’ lo stesso Provenzano che dichiarerà ai pm catanesi che

“Provenzano era molto preoccupato e ci invitava a stare molto attenti a non essere pedinati… e alle telecamere e microspie. Era diventata una preoccupazione quasi maniacale”.

Il boss corleonese non solo avrebbe chiesto a Giuffrè di evitare anche di andare al rifugio di Mezzojuso, altresì gli affidò il compito di uccidere Ilardo avvalendosi per il delitto dei fratelli Michele, Franco e Placido Pravatà.
Giuffré aveva già pianificato ogni cosa, anche il luogo doveva essere ucciso.

“Il luogo doveva essere il mio mandamento perché lo conoscevo meglio. Optammo per Sclafani Bagni perché facilmente accessibile da più strade”

Quel progetto, però, non venne attuato e Ilardo fu ammazzato a Catania.

Secondo quanto scritto dal Gip Marina Rizza nell’ordinanza di custodia cautelare

“l’uccisione di Gino Ilardo avrebbe subito un’accelerazione” dopo la riunione a Roma in cui il confidente espresse la volontà di diventare collaboratore di giustizia

 Anche la figlia di Luigi Ilardo, Luana, non ha dubbi al riguardo raccontando, dinnanzi alla commissione parlamentare antimafia la deposizione di Giovanni Brusca

“quell’omicidio, per gerarchia e appartenenza di mio padre ad
una delle famiglie mafiose piu` importanti e potenti, doveva occuparsene,vdopo benestare della commissione regionale di Cosa nostra, lui stesso, previo esplicito via libera del Provenzano; cosa che, nonostante lo stesso Brusca gli avesse chiesto tramite lettera, ne ricevera` risposta di stupore e non confermativa tramite «pizzino», scritto posticipatamente al 10 maggio (data dell’omicidio di mio padre), che verra` ritrovato nel suo appartamento durante l’arresto di Brusca il 21 maggio 1996. Quindi praticamente Brusca chiede a Provenzano il permesso di sopprimere Ilardo tramite una lettera, ma il Provenzano non fara` in tempo a dare il benestare di commettere l’omicidio perche´ mio padre verra` ucciso prima. Questo pizzino di risposta verra` ritrovato nell’appartamento del Brusca durante il suo arresto,
dove il Provenzano mostrera` stupore all’affermazione dell’infiltrazione
dell’Ilardo, quindi non gli dara` il permesso di effettuare quell’omicidio”

Atteggiamento che collima perfettamente con le dichiarazioni rese nel 2002 dal Giuffre` quando diventera` collaboratore di giustizia, che spieghera` che lo stesso Provenzano aveva saputo da fonti sue all’interno della procura di Caltanissetta che Ilardo stava collaborando con la giustizia, ma che questa notizia andava tenuta assolutamente segreta all’interno di Cosa nostra.

Come ebbe a dire Luana Ilardo

“Particolare inquietante sara` che prima della morte di Ilardo chiedera` al Giuffre` di trovare un posto non lontano dalla masseria, ben nascosto, dove invitare l’Ilardo per poterlo sopprimere durante il secondo appuntamento, appuntamento a cui stranamente e immotivatamente Mori «spingeva» in modo particolare mio padre, tramite richieste insistenti al Riccio.
Credo che sia chiaro questo passaggio. Purtroppo e` chiaro: non c’era motivo
che mio padre prendesse un secondo appuntamento con Provenzano.
Abbiamo sentito Obinu che gia` avevano chiaramente localizzato il covo, i ROS erano andati a fare dei sopralluoghi addirittura, quindi perche´ chiedere questo secondo appuntamento?

Il 10 maggio Luigi Ilardo sarà ucciso. L’omicidio anticipera`quel progetto, in quanto un illustre sconosciuto, Maurizio Zuccaro, con la sua squadra e senza avere avuto la preventiva autorizzazione da Provenzano e da nessun’altro all’interno di Cosa nostra che invece ancora stava organizzando il delitto con il Giuffre` e con la compartecipazione di tali fratelli Michele, Franco e Placido Pravata`, eseguira` l’omicidio scavalcando cosı`, all’insaputa di tutti, il permesso per la decisione omicidiaria. Abbiamo questo Maurizio Zuccaro che commette l’omicidio senza nessun permesso da parte della commissione regionale di Provenzano, da parte di nessuno.

Rimangono sul tappetto su interrogativi che svilupperemo in altri post:

Chi volle la morte di Ilardo?

Perchè non si volle catturare Provenzano