La Riscrittura della Storia e il Caso di Luigi Ilardo
Lo slogan tradizionale “Fuori la mafia dallo Stato” potrebbe non essere più sufficiente a descrivere la realtà che stiamo vivendo. Forse dovremmo dire “Fuori lo Stato dalla mafia”. Il nostro Paese, una volta considerato la culla del diritto, oggi sta affrontando una fase in cui la lotta alla mafia è divenuta essa stessa bersaglio di un ribaltamento ideologico.
Esordisce con queste parole l’avvocato Luigi Li Gotti nel suo intervento presso il teatro Golden, a Palermo, in occasione della presentazione dell’ultimo libro del giornalista Saverio Lodato “Ciquant’anni di mafia, edito dalla Bur.
Il suo intervento, ironico ed efficace, che vi abbiamo pubblicato in forma integrale sopra, ha coinvolto la platea che gremiva lo storico teatro palermitano.
Chi combatte il crimine lo fa in nome della legge, non di un’ideologia. Tuttavia, ha precisato Li Gotti, stiamo assistendo a un capovolgimento della realtà: chi ha combattuto la mafia viene oggi dipinto come colpevole. Questo stravolgimento è necessario per riscrivere la storia, eliminando il pensiero e l’impegno di chi ha lottato contro la criminalità organizzata.
L’avvocato Li Gotti, noto per avere difeso molti pentiti di mafia oggi ha sposato la battaglia della figlia di Luigi Ilardo, Luana, impeganta da decenni alla ricerca della verità sull’omicidio del padre. Luana Ilardo da decenni ripete in tutte le sedi
il delitto di mio padre è un delitto di Stato
Nella stessa direzione sembra andare anche il noto legale calabrese Li Gotti che afferma senza mezzi termini che un caso emblematico di questa riscrittura della storia è quello di Luigi Ilardo, il confidente che portò le forze dell’ordine alla cattura di Bernardo Provenzano.
Il casolare in cui si nascondeva Provenzano era stato individuato, eppure la cattura fu inspiegabilmente rimandata per undici anni. Perché?
L’ironia del legale calabrese la dice tutta nel darsi una risposta
Per evitare di ammazzare delle pecore[…]
Lo Stato sapeva che li c’era Provenzano ma non l’ha catturato[…]
Sulla vicenda rinviamo i lettori al nostro post “Luigi Ilardo doveva morire” dove i lettori possono anche vedere ed ascoltare l’intervento dell’avv. Li Gotti sulla vicenda Ilardo.
L’Arresto di Totò Riina e le Omertà Istituzionali
Il legale calabrese cita anche un altro fatto inquietante inerente l’arresto di Totò Riina il 15 gennaio 1993 e l’omertà “istituzionale” che secondo l’avvocato nè segui da parte di qualcuno.
Saverio Lodato e altri giornalisti riportarono all’epoca le parole del capitano De Donno:
“Quando si saprà chi ha incontrato Riina, quanta gente dovrà scappare dalla vergogna”.
De Donno stesso, nel 2014, sempre secondo il racconto che ne fa Li Gotti, dichiarò pubblicamente che l’abitazione di Riina in via Bernini era sotto controllo da settimane, con telecamere installate per monitorare i suoi incontri.
Eppure, secondo il legale della famiglia Ilardo, queste registrazioni non sono mai emerse nei processi. Quando gli fu chiesto di mostrarle, De Donno ritrattò, affermando di essersi confuso.
Possiamo davvero credere che chi ha arrestato il “capo dei capi” possa aver confuso un dettaglio così cruciale?
Il Conflitto di Interessi Artefatto
Infine Luigi Li Gotti non risparmia neanche la commissione antimafia dalle sue critiche
Oggi assistiamo a un ulteriore attacco alle figure che hanno rappresentato la lotta alla mafia. Magistrati come Scarpinato e De Raho vengono accusati di “conflitto di interessi” per il semplice fatto di aver combattuto la mafia e di far parte della Commissione Antimafia. In realtà, il vero conflitto di interessi è tra chi ha lavorato per smantellare la criminalità organizzata e chi oggi vuole riscrivere la storia.
Un disegno di legge sta cercando di escludere questi magistrati dalla Commissione Antimafia, eliminando le voci più autorevoli nella lotta alla mafia. Questo processo non è solo un insulto alla memoria di figure come Paolo Borsellino, ma rappresenta un tentativo di distruggere il lavoro svolto per garantire giustizia e verità.
L’avvocato Li Gotti non ha dubbi
Ciò che sta avvenendo in Italia è un attacco diretto alla verità storica. Si sta cercando di riscrivere il passato per eliminare le conquiste fatte nella lotta alla mafia. Dobbiamo opporci a questa manipolazione e difendere la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la giustizia. La sovranità appartiene al popolo, e non possiamo permettere che ci venga tolta anche la verità.
Sopra abbiamo pubblicato il video integrale dell’intervento dell’avvocato Li Gotti che potete vedere cliccando sopra “FUORI LO STATO DALLA MAFIA” O CLICCANDO QUI
Nota:
Il video è tratto dall’evento organizzato dall’Associazione culturale Falcone e Borsellino, all’evento sono intervenuti sono anche intervenuti oltre all’autore del libro Saverio Lodato, Salvatore Borsellino, fondatore del Movimento Agende Rosse; il sostituto procuratore nazionale antimafia e già consigliere togato del Csm, Nino Di Matteo; l’avvocato Luigi Li Gotti, storico difensore dei collaboratori di giustizia; l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato (oggi senatore M5Stelle); Luigi de Magistris, politico ed ex magistrato. A moderare l’incontro, Giorgio Bongiovanni direttore di ANTIMAFIADuemila. Letture dal libro di Lunetta Savino.
Per vedere l’evento integrale tenuto presso il teatro “Golden” di Palermo CLICCA QUI