Fino all’ultimo battito: l’ultima corsa del Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie

Ci sono uomini che servono lo Stato senza bisogno di proclami.
Uomini che indossano la divisa con dignità, ogni mattina, come fosse pelle.
Uomini che non chiedono niente, ma si fanno trovare sempre. Fino alla fine.
Il Brigadiere Capo Carlo Leggrottaglie ha fatto il suo dovere.
Fino all’ultimo giorno.
Fino all’ultimo istante.
Il suo nome oggi non riempie le prime pagine, non accende dibattiti televisivi. Ma dovrebbe.
Perché il silenzio che ha avvolto la sua morte è lo stesso che accompagna ogni vera fedeltà allo Stato: quello che non fa rumore, ma lascia un segno profondo.
Carlo è morto in servizio.
Non in un’aula, non dietro una scrivania. Ma sul campo, con il cuore ancora al dovere.
Ed è proprio per questo che oggi, su questo sito che si occupa di verità, giustizia e memoria, sentiamo il bisogno — il dovere — di fermarci un momento.
Per ricordarlo. Per onorarlo.
Per dire, con dolore e rispetto, che chi dà la vita per lo Stato non muore mai davvero.
Il nostro impegno è raccontare storie difficili, denunciare ingiustizie, cercare la verità.
Ma ci sono momenti in cui ogni battaglia si inchina davanti al silenzio di chi ha dato tutto.
E allora le parole si fanno lievi.
E il rispetto, totale.
Alla famiglia del Brigadiere Capo Carlo Leggrottaglie, ai suoi colleghi, a chi gli ha voluto bene, va il nostro pensiero più sincero.
E a lui, va il nostro grazie.
Per il servizio.
Per l’esempio.
Per aver creduto in quel giuramento. Fino in fondo.
Riposa in pace, Carlo. Lo Stato vero ti saluta.
Guglielmo Bongiovanni