Attilio Manca: un testimone scomodo

“Se, una volta per tutte, verrà scritto a lettere di sangue…quello di Attilio…la parola omicidio, allora si sarà un giorno di liberazione per la mia famiglia”

Angelina Manca

“Attilio Manca ucciso perché scomodo”

Non ha dubbi la signora Angela Manca, la madre del brillante urologo definito “luminare”, Attilio Manca, ritrovato morto nella sua abitazione di Viterbo il 12 febbraio del 2004.

Non è solo la madre dell’urologo a sostenere che dietro quell’omicidio ci sia la mano di Cosa nostra:

“la sua morte si intreccia con i misteri della latitanza del boss corleonese Bernardo Provenzano è con quelli di Cosa Nostra di Barcellona Pozzo di Gotto”

questa la tesi sostenuta da Lorenzo Balbo [1], vicedirettore di AntimafiaDuemila.

Manca si rifiutò di operare Provanzano

Sono trascorsi ventuno anni dal quel giorno e i misteri attorno alla morte del brillante medico sono rimasti ancora senza risposta.

L’urologo sarebbe stato ucciso perché si rifiutò di operare il latitante Bernardo Provenzano affetto da un tumore alla prostata.

Secondo quando riporta AntimafiaDuemila pochi giorni prima del viaggio in Francia, dove si trovava il boss latitante Bernardo Provenzano per essere operato alla prostata, il capomafia avrebbe ricevuto un secco no da un medico a cui si erano rivolti i suoi uomini. Quel medico sarebbe stato Attilio Manca.

“Per questo i gregari del boss decisero…che a quel dottore andava fatta la doccia” ossia doveva essere eliminato perché poteva mettere a rischio la latitanza di un latitante all’epoca ricercato in tutto il mondo: il capo di Cosa nostra dopo l’arresto di Totò Riina.

Finto suicidio

All’epoca il caso venne chiuso come morte per overdose di eroina: secondo la procura di Viterbo il dott. Manca si sarebbe suicidato con un mix di droga e farmaci, nonostante le varie anomalie riscontrate.

Prima fra tutte quella per cui l’urologo, mancino puro, si sarebbe iniettato la dose di eroina proprio sul braccio sinistro.

Qualcosa in questa storia non torna!

La Commissione antimafia, presieduta dall’allora senatore pentastellato Nico Morra, giunse ad una conclusione diversa: Attilio Manca è stato ucciso e i veri mandanti di quell’omicidio devono essere ricercati dentro Cosa nostra barcellonese.

L’ipotesi che sembra essere oggi più accreditata è quella che il giovane medico aveva visto qualcosa che non poteva essere raccontato davanti ai magistrati per questo era necessario tappargli la bocca per sempre.

A raccontare questo dettagli sono anche le testimonianze di moltissimi collaboratori di giustizia, come Carmelo D’Amico, Francesco Pistoia (morto suicidato nel carcere di Modena in circostanze poco chiare), Sergio Rappazzo, Biagio Grasso, Stefano Lo Verso e tanti altri.

Tutti hanno parlato di omicidio in particolare Carmelo D’Amico che racconta che «dopo la morte di Attilio Manca incontrò un certo Salvatore Rugolo (medico morto poi in un incidente stradale) fratello di Venerina e cognato di Pippo Gullotti (bosso mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto negli anni ’90) che gli disse che c’è l’aveva a morte con Saro Cattafi, perché “aveva fatto ammazzare” Attilio Manca, un suo caro amico».

Fu proprio in quell’occasione che entra in gioco anche un generale dei carabinieri, amico del Cattafi, vicino ad ambienti collegati della “Corda Fratres” (circolo locale spesso accostato alla massoneria di cui hanno fatto parte politici, magistrati e boss mafiosi).

A quanto dice D’Amico «fu questo non meglio precisato generale dei carabinieri che chiese a Cattafi di mettere in contatto Provenzano, che aveva bisogno di cure mediche alla prostata, con l’urologo Attilio Manca, cosa che Cattafi aveva fatto»[2]

Mafia-massoneria e servizi segreti

Nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia si legge ancora:

«Rugolo non mi specificò se l’urologo Manca era già stato individuato come medico che doveva curare Provenzano e se il compito di Cattafi era soltanto quello di entrare in contatto con Manca, o se invece fu lo stesso Cattafi che scelse e individuò Manca come medico in grado di curare il Provenzano. Rugolo Salvatore ce l’aveva a morte con Cattafi perché, proprio alla luce di quel compito da lui svolto, lo riteneva responsabile della sua morte che non riteneva certo un caso di overdose».

Il mistero si infittisce di più perché D’Amico ebbe ad aggiungere che il boss Nino Rotolo, nel carcere di Opera presso Milano gli confidò che 

«erano stati i servizi segreti a individuare Attilio Manca come medico che avrebbe dovuto curare il latitante. Rotolo non mi disse chi fosse questo soggetto appartenente ai servizi ma io capii che si trattava della stessa persona indicata da Rugolo, ossia quel generale dei carabinieri che ho prima indicato, sicuramente era un soggetto delle Istituzioni»[3]

Ilardo, Manca: lo stesso scenario con interpreti diversi

Sempre lo stesso scenario, con interpreti diversi, sembrerebbe emergere in questa triste storia alla stessa stregua dei misteri che stanno attorno all’omicidio di Luigi Ilardo: Mafia, massoneria, servizi segreti e istituzioni deviate.

Forse Bernardo Provenzano in quel momento storico non poteva essere catturato?

Semmai fosse così perché?

Chi aveva interesse alla protezione di Provenzano tanto ad arrivare ad uccidere scomodi testimoni?

Un perverso intreccio a protezione di un sistema criminale di cui ne faceva parte anche Cosa nostra

Queste sono alcune delle “anomalie”, se mi passate il termine, che esistono attorno al mistero sulla morte di una degli urologi più brillanti che il nostro Paese abbia avuto.

Con la sua morte, come ebbe a dire il vicedirettore di AntimafiaDuemila, Lorenzo Balbo:

“il caso Manca grida vendetta non solo perché l’Italia ha perso un illustre cittadino, ma anche un valente professionista che avrebbe potuto salvare molte vite”.

A distanza di oltre vent’anni, le indagini sono ora in mano alla Procura di Roma che, dopo una denuncia presentata dall’avvocato della famiglia, Fabio Repici, ha deciso di riaprire il caso.

A noi poveri mortali non resta che aspettare!!!

Guglielmo Bongiovanni

[1] Lorenzo Balbo, vicedirettore di AntimafiaDuemila e autore del libro su Attilio Manca, “Suicidate Attilio Manca, Libreria Universitaria, 2016;

[2] Notizie tratte da meridionews  https://meridionews.it/caso-manca-pentito-accusa-i-servizi-segreti-la-madre-emerge-verita-negata-dallo-stato/

[3] idem;

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